mercoledì 14 dicembre 2011

Strage di Firenze, senegalesi, italiani.

C'è questo video, che gira su Facebook, nel giorno della "strage di Firenze". Tantissimi miei contatti lo stanno condividendo. Si intitola così: "Discorso di un senegalese umilia la stupidità di certi italiani". Be', ho cliccato play, naturalmente, e l'ho guardato. Così adesso vi posso dire che se cliccate play pure voi vedrete un negro dire delle banalità sconcertanti e ovvie, che il peggior Veltroni potrebbe produrre sbadigliando durante qualsiasi puntata di Annozero. Solo che. Solo che. Solo che è negro. È negro e parla benissimo italiano. Indovina pure tutti i congiuntivi. È un bell'uomo. Non so se mi state seguendo. Tantissimi miei contatti stanno condividendo un video in cui un tizio dice cose inutili e retoriche che diventano all'improvviso critiche e intelligenti solo perché è negro. Il che fa il paio coi video dei cani che ridono, delle scimmie che sanno saltare dentro un cerchio e dei gibboni che fumano una sigaretta: è la peggior forma di razzismo possibile, quella sotterranea, quella che agisce per inerzia, come schiuma viscosa che scivola lungo un canale fognario. A me sembra che voi stiate urlando come banditori da circo: guardate! Guardate! C'è un negro che non si limita a rubare! Venghino siori, venghino! Nemmeno vi interessa quello che dice. Il vostro è stupore: stupore perché un negro - che evidentemente ritenete dovrebbe limitarsi a grufolare - PARLA. È davvero lunga, lunghissima, la strada che porta al domani. Se non altro perché è affollata di depensanti e si fa fatica a passare.

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