Siccome è estate, allora tutti dicono che piove. Perché quando piove di inverno, nessuno lo dice. La pioggia estiva ti sorprende, non c'è niente da fare: è una puttana consumata che chiude le gambe. Siccome è estate e piove, allora tutti lo dicono. Altrimenti nessuno lo racconterebbe. Va bene così, secondo me: questo fatto che siamo tutti esseri umani, a me mi piace. Mi fa sentire bene, al sicuro, al caldo. Non è mica roba da niente in questo mondo qui, sentirsi al sicuro. Non ho niente contro gli altri esseri umani: avverto intorno a me questa grandiosa moda di sparare a zero su tutti, perché nessuno è come noi, nessuno è alla nostra altezza, secondo il nostro medesimo parere, e perciò bum, bam, vaffanculo, morite tutti. Ma che ci stiamo a fare, allora, qua sopra? Su questo sasso che è il mondo? Se continuamente ci sembra di essere gli unici umani viventi possibili, allora che ci stiamo a fare? Ecco quello che sto facendo, mentre la pioggia cade: scrivo, ascolto l'ultimo album di Pat Metheny e bevo un Gewurztraminer di un'ottima cantina. Tutta roba umana, non so se mi spiego. Va bene, di sicuro su Plutone hanno costruito astronavi che se dici un comando preciso al computer di bordo ti ritrovi proiettato improvvisamente a Las Vegas e sei James Dean. Non ho dubbi: su Venere c'è un pulsante rosso, gigantesco, dieci metri per tre, che servono trenta venusiani per premerlo, capace di farti percorrere centomila chilometri in un secondo, se solo lo sfiori. Non ci credete? Andateci. A proposito di Marte: pare che laggiù abbiano inventato dei pigiami che basta indossarli per cadere addormentati all'istante. Santo cielo, pagherei oro per possederne uno! Mercurio: vendono penne incredibili che tu le impugni e cominci a scrivere quello che devi scrivere partendo dalla fine. Giuro, sono utili. Gira voce che su Giove vi siano donne incomprabili che sanno praticare un sesso incredibile, assurdo, talmente perfetto che al posto dell'orgasmo estinguono mutui. Per non parlare di Urano: laggiù esiste un santone ricercatissimo perché con la sola imposizione delle mani è capace di trasformare le allergie in contratti a tempo indeterminato. C'è uno spazio immenso, un altrove e un quando impossibili da definire per quanto sono vasti, solo che io adesso sono qui, e anche voi, e quello che abbiamo è questo, non c'è altro, almeno per il momento: c'è un grande acquazzone, proprio adesso, e Pat Metheny si è trasformato in Ben Harper e il Gewurztraminer si è abbassato di cinque dita e voialtri, sui vostri social network, avete ancora una volta parlato della pioggia e del freddo che non dovrebbe fare, perché è estate, e vi state lamentando perché stasera non siete potuti andare in discoteca e perché oggi pomeriggio avete dovuto rinunciare al mare. Dopo tutto è quasi agosto. Forse potreste annoiarmi, soprattutto se penso che su Nettuno hanno costruito un marchingegno pazzesco che se clicchi su "on" ti svuota la testa di cattivi pensieri come si fa con la cache di Internet, ma invece non mi annoiate manco per niente. Trovo, anzi, incredibile, rivoluzionario, nuovo, rendermi conto che faccio parte di un agglomerato di individui capaci ancora, ogni tanto, di provare sentimenti banalissimi davanti a una pioggia fuori contesto. Che sarà mai? Siamo rimasti quasi tutti a casa, aspettando il sereno, ci siamo messi ad ascoltare le nostre canzoni preferite e a bere le bottiglie migliori. Ci siamo riuniti a cena a casa di amici e abbiamo cucinato prestando una cura maggiore rispetto alla settimana scorsa. Non abbiamo fatto altro, per una sera, che aspettare domani. Non sarà come azionare una leva e ritrovarsi capaci di trasformare le salite in discese, ma è quanto abbiamo. Mi piace, dopotutto, far parte di voi, questo volevo dire.
[pubblicato il 28 luglio 2011]
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